Giorgio Carrozzini

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Maker Faire 2016 - Un viaggio nel Deja-Vu

Parliamoci chiaro di aziende che diventano famose con un’idea si possono contare sulla punta delle dita.

Siamo stati a visitare la mostra Maker Faire che si è tenuta a Roma ad ottobre del 2016 per vedere questo crogiolo di idee e innovazione tanto decantato dai grandi mezzi di comunicazione: televisione, radio e grandi network.

Molto successo della precedente edizione tenutasi a Roma e grazie alla molta pubblicità viene messa a disposizione degli espositori la Nuova Fiera di Roma.
L'evento per questo 2016 è stato organizzato e distribuito all’interno di sei padiglioni di cui 5 aree espositive è un’area congressi.

Troviamo, tuttavia, workshop e incontri distribuite anche nei padiglioni tematici sotto forma di piccole sale attrezzate di tavoli, sedie, lavagne...

Maker Faire dovrebbe essere la fiera dell'innovazione dell'invenzione e delle startup, uno spazio dedicata essenzialmente alla ricerca ai giovani e alle aziende con un'idea. Uno spazio per coloro che vogliano mettersi in mostra sia di fronte al grande pubblico che di fronte a potenziali investitori.

Non facciamoci prendere troppo dagli entusiasmi ricordiamoci sempre che come scrisse Barbara D’Amico su La Stampa 8 startup su 10 falliscono nell'arco di 3 anni. Un dato che dovrebbe farci riflettere sul fenomeno delle start-up (parola che cominciamo veramente a detestare perché illusori e carico di false aspettative).

 

Ma cosa abbiamo trovato realmente a Maker Faire?

Ad uno sguardo attento troviamo che ci sono tante simpatiche invenzioni: sembra di essere tornati al fermento scientifico della rivoluzione industriale dell'Ottocento. Troviamo qualche piccolo ed interessante fenomeno da baraccone capace di entusiasmare i bambini e qualche adulto ingenuo.

La realtà dei fatti appartiene ai grandi marchi e ai grandi brevetti.

Le 6 tecnologie più rappresentate a Maker Faire di fatto sono di fatto un deja-vu.

Abbiamo trovato essenzialmente i droni in tutte le salse e in tutte le forme possibili, corredati da ogni tipo di dispositivo accessorio: telecamere luci e forme diverse. Abbiamo trovato droni aerei ma anche droni acquatici. In definitiva nessuna nuova idea tenuto conto che già da svariati anni i droni li puoi trovare al supermercato.

Abbiamo trovato molti esperimenti di robotica ma niente di nuovo cose che si vedono praticamente da una ventina di anni a questa parte. Droni che svolgono semplici mansioni, bracci robotici che sollevano oggetti. In buona sostanza niente di nuovo.

La grande protagonista è la stampa 3D che entusiasma e stupisce solo per le possibilità che offre riguardo alla possibilità di stampare forme complesse.

Abbiamo trovato l'onnipresente processore Arduino integrato in molti progetti se andiamo a vedere in realtà poi è l’espressione della stessa invenzione. Alla fine sotto il profilo della tecnologia e dell'innovazione, Arduino, è l'unico vero protagonista di tutta la fiera.

La realtà virtuale, un fenomeno che stenta a decollare ma che è presente in forma latente dagli anni novanta… assurdo che in 20 anni ancora non siamo riusciti a far esplodere commercialmente il fenomeno.

Qualche esempio di tecnologia della luce a led ma niente di spettacolare o stupefacente.

Si direbbe proprio che siamo arrivati al nostro limite in quanto ed inventiva.

Come al mio solito non posso fare altro che farmi delle domande di senso su tutto questo.
Per il singolo inventore può essere divertente creare un robottino che svolge mansioni semplici: una sfida che lo coinvolge nella sua limitata quotidianità ma che aggiunge poco ai grandi problemi planetari dell’umanità.

Le applicazioni di stampa 3D è l'uso del processore Arduino in definitiva non fanno altro che diminuire il costo per risolvere problemi complessi e che prima del loro avvento avevano un costo molto più alto.

È assurdo è paradossale che in una fiera di questo genere ci fosse più fila al box della pizza con la porchetta piuttosto che allo stand di Google.

Ovviamente non ci sono dubbi noi italiani (e noi umani più in generale) diamo sempre prova dei nostri unici veri interessi: cibo, sesso e affermazione della nostra posizione sociale. Nulla di più.

L'unico vero espositore che ci sembra faccia e assuma una posizione interessante e Fab Lab con tutte le sue delegazioni locali provenienti da diverse regioni d'Italia.

In alcuni casi i Fab Lab non hanno inventato nulla di particolarmente interessante ma svolgono una funzione di formazione interessante per i giovani proponendo laboratori di sperimentazione che li aiuta ad un approccio più pragmatico all’informatica e alla scienza più in generale.
L’aspetto più interessante di Maker Faire in definitiva è proprio questo, proporre al grande pubblico un approccio scientifico alla realtà.

E se la vera frontiera dell’invenzione fosse solo nel nostro modo di educare le nostre menti?