Giorgio Carrozzini

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Italiani arretrati in informatica

Sempre più spesso, da varie fonti arriva la notizia che gli italiani siano ancora molto arretrati in informatica.

L'uso dei mezzi informatici e dei computer risulta essere ancora molto ostico.

Invece di considerare questi mezzi dei potenti strumenti per fare esplodere la propria creatività e la propria capacità produttiva ancora oggi, l'uso dei computer viene considerato una difficoltà. Questo modo di vedere i computer è diffuso in ogni classe sociale.

Quando mi presento e racconto quale sia la mia professione di insegnate di informatica e webdesigner professionista scopro con stupore che vengo considerato come “il genio” o “l'esperto” o il “guru” dei computer.

Questo giudizio è davvero particolare... come se io considerassi il mio avvocato il “genio” dei tribunali o della legge.

Dico piuttosto che ognuno ha la sua professione e non è quella professione che ne fa di quella persona un “genio”.

Di fatto oggi conoscere il funzionamento di un computer (in Italia) equivale ancora al sentirsi etichettati con medioevali epiteti da empireo della conoscenza.

Saper utilizzare un computer, organizzare il proprio lavoro, scrivere un foglio di testo o fare i conti dell'economia domestica su un foglio di excel è ancora oggi una prerogativa di pochi.

Da alcuni anni mi sono specializzato nell'insegnamento dell’informatica, dei software, dei computer… fornendo una consulenza sia tecnico specifica che più generale nella gestione delle risorse informatiche.

Vedo però che in Italia non c'è ancora sufficiente sensibilità in merito, ne voglia di investire sulla propria formazione.

Per quanto riguarda i genitori sono ancora pochissimi coloro che pensano ad una formazione informatica equiparata all’apprendimento di un lingua. Si considera, a torto, che il computer sia ancora un “giocattolo” e per questo non meriti l’attenzione e l’importanza di una formazione seria e strutturata.


Come faranno le generazioni future se queste sono le premesse?